Non abbiamo tra le mani molte possibilità di scelta, c’è solo la scelta compatibile con la nostra identità. Per questo gli altri ci scelgono, fidandosi della nostra “riconoscibilità” in quanto si aspettano da noi, una serie di comportamenti e di azioni coerenti con la personalità professionale che abbiamo sempre manifestato: una vera e propria identità.
In riferimento a questo modo di essere, quando ci riferiscono le attuali azioni dei crumiri fiduciari, persone che conoscevamo e stimavamo, stentiamo a crederci. Perché da quelle persone non ci aspettavamo azioni così riprovevoli contro loro stessi. Hanno svenduto l’identità, hanno perso il principio della “riconoscibilità”, della reciproca fiducia nel difendere il diritto all’autonomia. Che è poi il fondamento delle relazioni sociali tra imprenditori, se l’identità non generasse una scelta di campo, coerente con essa, ci sarebbe solo (e forse ci sarà) una reale imprevedibilità.
Come, per esempio, è imprevedibile il comportamento dei bambini che non hanno ancora una identità, oppure gli adolescenti ai quali è concesso di essere contradditori nei loro comportamenti, perché ancora non hanno una identità: non sanno chi sono e cosa vogliono diventare.
E’ possibile scegliere quali delle due vie seguire: la sottomissione o l’autonomia?
La scelta è già iscritta nella identità che ciascuno di noi si è costruito, con enormi sacrifici, uscendo dalla sottomissione durante la formazione. Oggi, riflettiamo, il carattere e la personalità non è possibile cambiarli, non si possono cambiare come gli abiti: nella vita facciamo quello che siamo!
In alternativa, i rimpianti, le malinconie dei sottomessi al più forte, sono il nutrimento di tutti i: “se avessi fatto”!
Essi ci dicono che se accettiamo di chinare la schiena, non riconosceremo più noi stessi, in quella condizione che ci stanno preparando. E allora riconosciamo l’utilità dei moniti dei saggi di ogni epoca: “Conosci te stesso!”. Perché se non ti conosci, e fai scelte che non si accordano con la tua personalità, quella che ti ha retto e stimolato fino ad oggi, con l’identità: lei te la farà pagare!
Perché se non conosci la tua misura, dice sempre il saggio, vai incontro alla tua rovina. Fin da ora stanno facendo la loro comparsa in molti fiduciari, gli aspetti della loro identità che erano rimasti a livello embrionale, in quanto altri difendevano l’autonomia. Se ne sono serviti quasi come una unilateralità di esistenza, appoggiandosi al più forte: che consisteva nel supporto aggregato di tante piccole forze con identità comuni.
L’accordo con l’ANIA nascondeva l’avvento della sottrazione dell’identità. Le fasce tariffarie erano solo la chiave di volta per sconfiggere la parte più importante delle difese dell’autonomia, la solidarietà sociale. Combattere per la libertà è un recupero di sé, un dare compiutezza alla propria esistenza.
E agli altri va ricordato: “vieni diventa di nuovo quello che eri, senza se e senza ma”.
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