Orazio, quando fu fondata la Carrozzeria Spanesi? “Nel 1969, a Cavino di San Giorgio delle Pertiche in provincia di Padova. Ti racconto come. Il giorno del mio 14° compleanno, mi recai nella carrozzeria Gambetta, a Mortise, in provincia di Padova, distante 18 km da dove abitavo io. Ci andai accompagnato da un amico sopra il ferro della sua bicicletta: non avevo nessun mezzo di trasporto, e lo dissi ai presenti. Che allora mi fecero un regalo, una vecchia bici da uomo. Vedendola, mi resi conto che era troppo grande per me. Ma non mi scoraggiai e presi l’iniziativa: andarci sopra ‘di traverso’, sul ferro, e non sulla sella. Ogni giorno, che ci fossero vento, pioggia, neve, ghiaccio, Sole, mi recavo con la mia bici in quella carrozzeria. Per un totale di 18 chilometri al giorno, sempre ‘di traverso’ sulla bici. E lì, in carrozzeria, rimasi meravigliato dalle opportunità di lavoro che mi furono offerte. Iniziai a lavorare. Ma sul serio, sulle auto. Fu un amore a prima vista: una passione che conservo tuttora”.
Ma eri dipendente… “Sì. Questa mia passione e la grande curiosità mi hanno permesso di imparare velocemente il lavoro. Dopo 11 anni, ero già in proprio. Altri tempi: all’epoca quei grandi salti, se ce la mettevi tutta, si potevano fare. Lavoravo in un piccolo garage di casa mia, dove abitavo con i miei fratelli e sorelle, perché già da molti anni ero rimasto orfano: io ero il penultimo di 9 fratelli. In quel periodo, nel mio paese (piena campagna) non c’erano macchine da riparare. Io ero convinto della professionalità che avevo raggiunto. Ed ero soddisfatto dell’organizzazione che avevo creato. Da subito, ho puntato sulle attrezzature: ero sicuro che, presentandomi dai colleghi carrozzieri di Padova, li avrei persuasi. Mi proposi. Li convinsi che avevano convenienza a farsi riparare le auto”.
Tutto come ti aspettavi? “No. Di più. Le cose andarono oltre le mie aspettative. Ebbi un grande successo. Lavorando giorno e notte, sabato e domenica compresi. Dopo qualche anno, la competizione divenne feroce. Grossi investimenti da parte di altri carrozzieri che se lo potevano permettere: enormi capannoni, macchinari e attrezzature di ogni genere, tecnologiche e sofisticate, dipendenti specializzati. Risultato: iniziai a investire in modo massiccio anch’io. Esponendomi. Acquistai il primo pezzo di terra per costruire la mia carrozzeria assumendo i dipendenti, alcuni dei quali lavorano ancora nella Carrozzeria Spanesi, altri invece andati in pensione. Andò bene”.
Arriviamo a oggi… “Adesso, la carrozzeria è gestita da mio figlio Andrea e dalla sua compagna Annalisa. Più 8 dipendenti. Su una superficie di 1.300 mq equipaggiata con le migliori attrezzature che esistono nel mercato”.
E qui t’interrompo: perché non sei solo carrozziere. Vero? “Sì. Costruisco io le attrezzature: sono tutte prodotte dalla Spanesi SPA. Quindi, alla carrozzeria abbino la società per azioni che fa macchinari. Infatti, non ho mai smesso di andare alle fiere del settore in Italia e all’estero per capire come si stava evolvendo il settore. Non ero soddisfatto delle attrezzature che mi venivano proposte. Avevo esperienza. Come carrozziere avevo ottenuto successo. Avevo sposato una persona speciale che in ogni difficoltà mi è sempre stata vicino, aiutandomi a non arrendermi mai: vicino a un grande uomo, c’è sempre una grande donna. Quindi, mi sono gettato in una nuova avventura: fare attrezzature. È andata bene anche in questo caso”.
Mi dicevi della tua… “tribù”… “Una ‘tribù’ numerosa. Tre figli: Cristina e Simone gestiscono la Spanesi SPA. Più Andrea. La missione della mia famiglia è essere un carrozziere che lavora per i carrozzieri, facendo per loro i macchinari adatti. Questa è la nostra missione. Oggi, la Spanesi SPA occupa una superficie coperta di 10.000 mq e 42.000 scoperti: è gestita dalla mia famiglia. Spanesi consegna nel mondo una ‘carrozzeria chiavi in mano’. Prendiamo ispirazione dalla filosofia di riparare a regola d’arte, rispettando l’ambiente, garantendo una riparazione sicura”.
Vuoi dare un messaggio ai giovani? “Oggi è tutto terribilmente più difficile. In materia di soldi, burocrazia, concorrenza, tempi di crisi che morde. Ma desidero dire questo: la carrozzeria Spanesi è stata convenzionata con tutte le compagnie di assicurazioni da sempre con una missione ben precisa, con un unico obiettivo: dimostrare che una carrozzeria organizzata, attrezzata, con costi orari adeguati, garantisce una riparazione eseguita a regola d’arte, certificando il lavoro. Ecco: serve qualità, affidabilità, sicurezza”.
E delle compagnie assicuratrici, cosa ci racconti? “Abbiamo sempre voluto lavorare in modo onesto e trasparente con i nostri interlocutori, perché pensavamo fossero così importanti per noi da garantirci un continuo lavoro. Ci siamo sbagliati. D’altronde, ho avuto parecchi momenti di difficoltà. Ho sempre reagito. Così è stato con le compagnie. Ho dato tantissimo, ho ricevuto pochissimo. Dopo 10 anni di inutili tentativi, abbiamo deciso di arrenderci, in quanto i vari responsabili che rappresentavano ogni singola compagnia di assicurazione non avevano gli stessi obbiettivi. Per noi, c’era e c’è la qualità; per loro, c’era e c’è solo un fine: mettere i carrozzieri in concorrenza, ottenendo il massimo profitto senza scrupolo e senza vergogna. A discapito della sicurezza e della qualità. Abbiamo allora creato consorzi, organizzato riunioni per cercare di fare squadra, perché comunque la nostra situazione era quella di tutti i colleghi vicini. Ma non c’è stato niente da fare. Ognuno a pensare al proprio orticello, senza futuro. Nessuno ha voluto fare questa battaglia assieme a noi. Dopo mesi di lunghe analisi per trovare strategie con esperti consulenti del settore amministrativo, dovevamo prendere una decisione drammatica: o licenziare 3 dipendenti, oppure uscire da questi accordi con le compagnie per sopravvivere”.
Quale soluzione? “A settembre del 2014, sono partite le prime disdette con alcune compagnie. Poi, gradualmente, ecco le nostre disdette verso un numero maggiore di assicurazioni. Fu la scelta giusta: ora, siamo carrozzieri liberi e indipendenti, focalizzati nel dare qualità e sicurezza. E qui inizia la mia storia con Federcarrozzieri”.
Sentiamo. “Una mattina di lunedì, leggo Facebook. Il video del subacqueo. Che necessita di ossigeno, contro burocrazia, pratiche d’ogni tipo, cavilli, leggine, normative nazionali e locali, lacciuoli, compagnie asfissianti. Quel subacqueo ero io. Volevo ossigeno. Scatta il contatto con Davide Galli, di Federcarrozzieri. Un colloquio telefonico preceduto da un po’ d’ansia: cose nuove per noi. Particolari. Rivoluzionarie. E invece, quella chiacchiera per telefono è stata un’iniezione di endorfine ed energia mentale. Da qui, inizia la storia vincente con Federcarrozzieri, con cui condividiamo ogni guerra, contrassegnata da battaglie durissime contro lobby potenti. Così, per capirci di più, partecipiamo a diversi incontri organizzati da Federcarrozzieri. La conseguenza? Gli occhi di chi portava avanti la Carrozzeria Spanesi erano di nuovo pieni di gioia, forza, coraggio. Motivazione a mille anche per Oxygen”.
A proposito, come va con Oxygen? “Oxygen non è ‘una’ soluzione. È ‘la’ soluzione. Veloce, semplice. Morale: i soldi ci vengono pagati in modo equo e veloce dalle compagnie. Nel rispetto del costo orario. Inclusi smaltimento, auto sostitutiva, materiali di verniciatura. La piattaforma Oxygen è di una facilità estrema. Ora, siamo sul trampolino di lancio per il noleggio Oxygen, per il progetto polizze Oxygen. Per il Registro unico intermediari siamo già ok: c’è Annalisa Sarzo, la splendida moglie di mio figlio Andrea, iscritto anche lui. Oxygen è stato quello che il nome promette: ossigeno. Ci ha cambiato la vita, ci ha salvato. Abbiamo molto più tempo da dedicare alla cura del cliente. Dico un enorme grazie a Federcarrozzieri”.
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