Cercasi disperatamente collaborazione. Da indiscrezioni che il blog IlCarrozziere.it ha raccolto, l’Editoriale Domus (quella di Quattroruote, per capirci) sta ultimando il nuovo Tempario 2.0 dei carrozzieri, che verrà venduto a noi artigiani. Parliamo ovviamente del famigerato prospetto che precisa i tempi base per le varie fasi di lavorazione.
L’appello che lanciamo ha un obiettivo semplice: necessitiamo del vostro aiuto per integrare il nuovo Tempario 2.0; è sufficiente che lasciate il vostro contributo nei commenti, anche in forma anonima. Andate a caccia di possibili integrazioni del tempario attuale, carenze, qualsiasi indicazione utile. Dopodiché, provvederemo noi a fare avere il tutto all’Editoriale Domus. Che sarà chiaramente libera di seguire i nostri umili suggerimenti al fine di completare il tempario, tuttora in fase di lavorazione. È altrettanto vero che l’Editoriale Domus avrà di certo già recepito le informazioni adatte da varie fonti, carrozzieri in primis; perché è noto che solo interpellando l’artigiano è possibile partorire un tempario mirato ed equilibrato.
Una specie di elenco circostanziato e minuzioso di “dritte” da parte dei carrozzieri, per costruire un nuovo Tempario 2.0 corretto. Così, col tempario del futuro, comprato dai carrozzieri, questi non potranno che ottenere vantaggi sotto il profilo economico e professionale.
Però, prima di arrivare al dunque, ci sia consentito un rapidissimo excursus storico sul tempario. È d’obbligo partire da Frederick Winslow Taylor (1856-1915), ingegnere e imprenditore statunitense, iniziatore della ricerca sui metodi per il miglioramento dell’efficienza nella produzione. Attraverso lo studio scientifico del lavoro e la cooperazione tra dirigenza qualificata e operai specializzati riteneva possibile organizzare un rapporto proficuo per ambo le parti. Diceva che c’è una sola “via migliore” (“one best way”) per compiere una qualsiasi operazione; il suo metodo prevedeva lo studio dei singoli movimenti del lavoratore per ottimizzare il tempo di lavoro. Le sue idee vincenti vennero sviluppate nella “catena di montaggio” di Henry Ford, che la applicò per primo in un’industria.
Dal big bang di Taylor ai tempari di un ambiente artigiano (dove ogni caso è una storia a sé), il passo è eternamente lungo, però la citazione era dovuta. Spostiamoci con un balzo agli anni 70: le Compagnie assicuratrici si fanno un proprio strumento di quantificazione danni, visto che con la motorizzazione di massa i sinistri sono sempre più frequenti, e di riflesso il ricorso alla Constatazione amichevole, con riparazione diretta del carrozziere.
Anno 1990, che per fortuna ancora non risentiva della recessione tremenda di quest’epoca: viene creato il tempario del carrozziere. Inizialmente considerava solo un tempo per lo smontaggio, uno per la lattoneria (raddrizzatura) e uno per la verniciatura, senza tenere conto delle diversità specifiche, derivanti dalla situazione singola.
Trascorre un anno e, grazie al contributo di un’azienda di software di Genova, scatta la rivoluzione: i tempi diventano flessibili. Per ogni ricambio è prevista la sostituzione e la riparazione lieve, media e grave con una forbice di scelta che va da un minimo a un massimo per ogni operazione. Siamo nel 1991.
Ma è il marzo 1992 il momento chiave della storia del tempario. Nasce infatti l’accordo fra la potente Confindustria delle Assicurazioni (Ania) e l’Oo.Aa (sindacati degli artigiani), con l’obiettivo di garantire chiarezza e omogeneità di comportamenti reciproci, certezza di costi e qualità di servizio attraverso un sistema di regole, strumenti, norme, definito e concordato tra le parti. Il tutto, in un quadro di deontologia professionale che si sostanzia nell’osservanza formale ed effettiva dei rispettivi compiti. Si mira a corrispondere alle attese e agli interessi di tutti gli utenti sul piano della qualità delle prestazioni e della equità di costi. In due parole, il riparatore deve avvisare la struttura aziendale indicata nell’apposito elenco Ania; la Compagnia procede all’accertamento del danno entro cinque giorni decorrenti dalle ore 24 della data di messa a disposizione del veicolo, nel frattempo il carrozziere si astiene da ogni intervento sul veicolo; il perito, accerta il danno; la Compagnia paga (e poi ci sono eventuali ricorsi alla Commissione regionale competente per territorio). Il tempario unico viene venduto a tutti i carrozzieri attraverso software e manuali cartacei.
Nel 1994, grazie a una nota software house, su richiesta delle confederazioni sindacali, nel tempario vengono calcolati e inseriti i tempi di lavorazione delle parti interne dei veicolo. Ossia lamierati interni, selleria, accessori dell’abitacolo. Questo implica che venga tempificato un lamierato: c’è la misurazione della superficie, che si ottiene moltiplicando un coefficiente. Un metodo che prende il nome di microtempo, il cui manuale rimane di proprietà delle confederazioni che hanno contribuito alla stesura dei vari minutaggi. Nasce il manuale operativo contenente le norme tecniche di applicazione del Metodo microtempi. Affianca il Vocabolario, con le micro-operazioni individuate e i relativi tempi assegnati. Nel complesso, questo è il sistema di riferimento per la valutazione del danno auto: un cocktail di algoritimi e micro-operazioni.
Eccoci al 2003
Addio all’accordo con l’Ania. Come ci si regola? Il tempario diventa opinabile e nuovi attori cominciano a creare tempari alternativi che a tutt’oggi vengono venduti al 97% delle carrozzerie italiane (fonte Car Carrozzeria).
E qui nascono diversi problemi: anzitutto, il tempario in questi ultimi anni senza controllo dell’accordo Ania è ancora attendibile?
I tempi vengono realmente misurati sulle vetture nuove?
Chi controlla e verifica se vengono rispettate le norme di base che possano portare il carrozziere a non commettere quantificazioni errate sui veicoli?
Tant’è vero che uno studio del 2008 in nostro possesso evidenzia alcuni difetti del tempario ex Ania:
Ci siamo. Settembre 2012. Mentre ci leggete (a proposito, grazie, siamo una community di decine di migliaia di utenti attivi, costantemente in crescita, e di elevatissima qualità) c’è fermento per la creazione di nuovi tempari, l’ormai celebre nuovo Tempario 2.0, sulla bocca di tutti i carrozzieri.
Il cuore della questione: grazie al blog IlCarrozziere.it e all’enorme folla che legge, commenta, partecipa, vorrei umilmente aiutare l’Editoriale Domus a costruire il nuovo Tempario 2.0, e desidero che lo facciate anche voi. Forza, tutti insieme, aiutiamo l’Editoriale Domus a definire con precisione i confini del tempario. Siamo di sicuro in tempo a farlo: reputiamo che l’Editoriale Domus terrà in conto le osservazioni del singolo carrozziere cui il tempario è indirizzato. Perché solo il carrozziere, e questo anche l’Editoriale Domus lo sa bene, conosce la variazione di rendimento dell’operatore nell’arco della giornata, è al corrente dell’affaticamento, delle condizioni ambientali nelle quali opera. Per non parlare delle difficoltà di accesso alla parte su cui intervenire, dello stato d’uso del mezzo su cui intervenire, delle necessità fisiologiche dell’operatore (ebbene sì, anche in piena crisi con le tasse che tormentano siamo animali che abbisognano di qualche minuto di pausa), delle difficoltà di maneggevolezza delle parti.
Chi meglio di un carrozziere può dire all’Editoriale Domus, che sta predisponendo il nuovo Tempario 2.0, quali sono i microtempi aggiornati ai nuovi materiali, alle nuove tecnologie e ai prodotti?
Chi, se non un carrozziere che si spacca la schiena ogni dì comandato, può esprimere in modo più tecnico il concetto di riparazione a regola d’arte? È palese e scontato che un artigiano, se spende del denaro (mai così pesante come in questi anni) per acquistare il nuovo Tempario 2.0, verrà ascoltato da chi il tempario lo redige.
Va da sé che – seppure con un pizzico di immodestia – noi carrozzieri, una volta fornita all’Editoriale Domus la nostra piena collaborazione (non richiesta ma pur sempre gratuita), ci attendiamo di ritrovare al fine nel nuovo Tempario 2.0 le indicazioni della categoria pagante.
Ci tengo a precisare che in Italia esistono altri tempari per i carrozzieri, dei quali però non abbiamo al momento alcuna informazione.
Davide Galli
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