Un tempario al giorno leva il carrozziere indipendente di torno
Perché ogni carrozzeria utilizza un preventivatore? Per rendere rapido il calcolo dei costi di riparazione: il cliente arriva, con il danno alla macchina, e noi siamo in grado di calcolare e conoscere i costi dei ricambi dei materiali di consumo e della manodopera. Si tratta ovviamente di una redazione di un preventivo, da verificare a riparazioni avvenute con un consuntivo, anche perché i parametri da utilizzare sono numerosi e difformi tra loro ed evidentemente il riparatore coscienzioso, molte volte potrà valutare il danno solo a consuntivo al termine delle riparazioni. A ogni perito, o a ogni compagnia, la propria perizia?
Il fatto è che molti periti assicurativi, incaricati dalle Compagnie mandanti, operano in questo modo. Entrano in carrozzeria e, per usare una metafora religiosa, dicono: “Cari fedeli, carrozzieri fiduciari, liberatevi del classico tempario (satana), e adorate il nuovo dio: il tempario dell’Assicurazione”. Come fanatici intolleranti per i quali occorre fare una specie di guerra di religione pur di affermare il proprio verbo.
Ecco un esempio: Perizia Light
Una piccola compagnia, molto pugnace, promuove la propria “Perizia Light”, che si basa sul criterio del “danno di massa”: in realtà si tratterebbe di “uno strumento partigiano finalizzato all’interesse e profitto della sola parte contrattualmente forte”, come l’ha definito Marco Mambretti nel 2011 in qualità di presidente Aicis (consulenti infortunistica). Mambretti denunciava: “L’Aicis non potrà accettare che qualcuno possa definire Perizia una falsa attività di accertamento e stima effettuata con mezzi informatici automatici che non permettano l’intervento diretto del tecnico sulla quantificazione. E denuncerà all’Authority di controllo del settore assicurativo, all’Ania, alle organizzazioni dei consumatori, alla stampa ed all’autorità giudiziaria, tutte le situazioni nelle quali possa presumersi che una firma sia stata apposta su una quantificazione pre-codificata, affinché s’accerti l’ipotesi di illecito per falso”.
Un secondo esempio: Siva
Siva invece non è una divinità maschile indiana, ma un prodotto che porta il logo Generali: si tratta di altro metodo di calcolo che proprio in questi giorni viene presentato da alcuni periti in alcune zone d’Italia, e che di sicuro non incrementa di fatto il numero di ore che servono per riparare l’auto, la cui adozione dovrà diventare obbligatoria per i fiduciari. Generali tra l’altro è anche proprietaria del Cestar (CEntro STudi Auto Riparazioni), un centro nato nel 1981 su iniziativa delle compagnie di assicurazioni che iniziò a operare nel 1983. Il Cestar sin dall’inizio si è qualificato quale punto di incontro e di riferimento, a livello nazionale e internazionale, per l’analisi e lo scambio di esperienze tra tutte le categorie interessate agli aspetti tecnici connessi alla riparazione dei veicoli. Nel dicembre 2007 è stato acquistato da Assicurazioni Generali. Nel 2013, ha assunto la nuova denominazione Generali ICAR.
Il carrozziere indipendente si difenda
Le Assicurazioni sono i debitori, peraltro qualificati e specializzati a pagare con strutture specialistiche col compito specifico di liquidare i danni. Non va bene che il debitore stabilisca e quantifichi il proprio debito. Eppure la questione dei tempari assicurativi è tutta qui: i debitori vogliono fissare l’importo da risarcire imponendo i propri tempari, e diffondendoli tramite i periti. Da una parte, ci sono i carrozzieri convenzionati (fiduciari) che ottengono una forte canalizzazione e una forte pubblicità dalle Compagnie a fronte di uno sconto tariffario e a fronte dell’utilizzo dei tempari dettati dall’assicuratore. Dall’altra, c’è il carrozziere indipendente che, lavorando nel libero mercato e dovendosi difendere dalla canalizzazione e dai continui “furti” di clientela, è libero di scegliere il metodo di calcolo e la tariffa di manodopera (depositata in camera di commercio) per generare la fattura di riparazione.
E’ evidente che non si può accettare questa invasione di tempari, sovente discutibili, e di sicuro opinabili. La valutazione del danno deve essere trasparente, verificabile attraverso l’elencazione dei particolari che debbono essere riparati e di quelli che devono essere sostituiti, indicando il costo di questi ultimi, il costo dei materiali di consumo, il numero di ore di lavoro necessarie per il ripristino, oltre ovviamente all’Iva ed agli oneri di legge. Perché ormai è chiaro: le Assicurazioni insistono a fare pressione, a spingere il risarcimento in forma specifica, l’abolizione della cessione del credito, la diffusione dei propri tempari. Vogliono avere tutto in mano, grazie a istituti di vigilanza sonnacchiosi e a politici troppo disattenti.
Compito degli artigiani è quello di fare chiarezza. Noi ci proviamo-
Su questo argomento vi saranno importanti approfondimenti durante il convegno del 29 Marzo a Torino presso il museo dell’auto.
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